QUANDO I NOSTRI FIGLI DIVENTANO CATTIVI. A proposito di bullismo…

Ultimamente la cronaca ci riporta numerosi e continui episodi di bullismo, di violenze e aggressività nei ragazzi giovanissimi.

Colpa dei genitori, degli insegnanti, della società?
Questa propensione a cercare sempre una “responsabilità” esterna ai nostri comportamenti è da “irresponsabili”.

In ognuno vi è, anche, una energia distruttiva e autodistruttiva che ci rende “capaci” di innumerevoli cattiverie.

Lo sa bene chiunque non sia complice della propria miseria.

Non vi è dubbio che, nella nostra cultura” occidentale”, manca completamente una pedagogia della mitezza, della solidarietà, della collaborazione, della cura reciproca.
Nessuno accompagna, sin da piccoli, alla consapevolezza antropologica della complessità e unicità di noi umani, sempre proiettati al superamento del limite, proprio perché siamo limitati, precari, fragili. Tutti compresi quelli che si atteggiano a spavaldi.

Nessuno concima, coltiva,protegge ed evidenzia queste attitudini che ci appartengono.

Non vi è scuola materna, elementare, media o superiore che educhi alla comunità “luogo” di appartenenza e di costruzione della propria personalissima identità e alla interdipendenza relazionale come “costitutiva” della nostra umanità.
Tutti: genitori, insegnanti, psicologi, allenatori a stressare su competizione, conflitti, vincere, tirar fuori palle, carattere, rispetto… ed altre stupidate di questo tipo.

Il mite “non competitivo” è considerato uno sprovveduto che la famiglia, la scuola, lo sport, lo psicologo dovrebbe attrezzare per imparare a vivere in questo mondo.

In questo vuoto esistenziale coltivato attraverso modelli culturali diffusi ciò che da consistenza è la visibilità. Se non sei visibile non sei niente.

Anche accanirsi verso un debole oltre a soddisfare una predisposizione alla cattiveria e al dominio sull’altro, che è presente in ognuno di noi da visibilità.

Il “bullo”da vicino è un vigliacco, sempre! … ed umanamente disastrati, dei poveracci circondati da macerie emotive.

Ciò che gli dà forza è la non reazione degli spettatori, non per vigliaccheria, questi ultimi, ma per disinteresse e, questo, è anche peggio.

Spesso la prepotenza nasce nei ragazzi dalla debolezza vigliacca di chi non sa e vuole prendere posizione, per evitare sbattimenti e fatiche, preferendo una sudditanza stupida che genera nei ragazzi deliri di onnipotenza o peggio di prepotenza.

Da adulti saranno problematici, affettivamente prepotenti, cittadini arroganti.

Non possiamo e non dobbiamo abdicare al compito serio di insegnare la disciplina delle relazioni, l’onesta misura di sè, il convivere con i propri limiti, il rispetto degli altri.

Noi cristiani dovremmo ricordarci di Colui che è stato mite e umile di cuore … è ha cambiato il mondo.

Dovremmo ricordarci della forza di tanti uomini forti della loro mitezza … è hanno cambiato il mondo.

Dovremmo ricordarci di insegnare ai nostri figli la mitezza e la bontà dell’animo … vivranno in un mondo migliore del nostro!

MEDITATE GENTE… MEDITATE!