Nel vangelo domenicale di ieri si parlava di un puledro che Gesù fa slegare e solo lui ci sale sopra. Allora ho pensato ai pensieri e alla preghiera di questo piccolo puledro … che ci aiuta ad entrare nel Natale prezioso di Cristo

Tiro avanti come l’asina di Gerusalemme, che nel giorno delle Palme fu per il Messia una cavalcatura regale e pacifica. Non so granché, ma so di portare Cristo sul mio dorso Sono io che lo porto, ma è lui che mi guida. So che mi conduce verso il suo Regno, dove sarò a mio agio per sempre in verdi pascoli.
Tiro avanti a passettini, per sentieri scoscesi, lontano dalle autostrade, dove la velocità impedisce di riconoscere cavalcatura e cavaliere. Quando inciampo in un sasso, il mio Signore viene certamente sballottato, ma non mi rimprovera mai niente. La sua gentilezza e pazienza verso di me sono meravigliose: mi lascia il tempo per salutare l’incantevole asina di Balaam, per sognare davanti a un campo di lavanda, per dimenticare perfino che lo porto.
Tiro avanti in silenzio. E’ incredibile come ci comprendiamo senza parlare; d’altronde, non capisco bene, quando mi bisbiglia qualcosa all’orecchio. Le uniche parole che ho compreso sembrano dirette solo a me e ne posso testimoniare la verità: “Il mio giogo é dolce e il mio carico leggero” (Mt 11, 30) . Parola d’animale, è proprio come quando portavo alacremente sua madre verso Betlemme, in una sera di Natale. “Ella pesava poco, perché tesa solo verso il futuro che si portava dentro”.
Tiro avanti nella gioia. Quando voglio cantare le sue lodi, faccio un baccano del diavolo, pieno di stonature. Allora lui ride di buon cuore, con un riso che trasforma i sentieri in piste da ballo, i miei zoccoli in sandali alati. In quei giorni, ve l’assicuro, se ne fa di strada!
Tiro avanti, tiro avanti come un asino che porta Cristo sul suo dorso.
Con l’augurio a tutti di buon Cammino, alla sua Presenza
don Giuseppe